Gioco di carte appassionante e adrenalinico, il Blackjack ha ispirato anche vari registi, che l'hanno rappresentato, da protagonista o non, in vari film.

Fa veramente la parte principale nel film “21” (l'antico gioco da cui il Blackjack deriva) di Robert Luketic, pellicola del 2008 con il bravissimo Kevin Spacey, Jim Sturgess e Kate Bosworth. 

Ispirandosi a una storia vera (è tratto dal romanzo autobiografico "Bringing Down the House"), questo film racconta le vicende di Ben Campbell (Jim Sturgess), brillante studente del MIT (Massachuttes Institute of Technology) che, insieme a un gruppo di altri ragazzi che studiano alla sua facoltà, per pagarsi l'università, ogni settimana si reca a Las Vegas, per sbancare i casinò al gioco del Blackjack.

Guidata dal geniale e decisamente poco ortodosso professore Micky Rosa (Kevin Spacey), la squadra di bari per vincere utilizza un sistema sicuro, fondato su segnali e conteggio matematico-probabilistici. Il ragazzo, invaghitosi di una delle ragazze del gruppo, Jill, si lascia però pender troppo la mano, sino a far crollare tutto, esponendosi ai sospetti del manager della security del casinò, che lo teneva d'occhio per le sue continue vincite.

Se andiamo più indietro nel tempo scopriamo anche altri film legati al blackjack. È del 1986 una pellicola che molti ricordano per la straordinaria toccante interpretazione di uno dei protagonisti, Dustin Hoffman: è “Rain Man” (“L'uomo della pioggia”), diretto da Barry Levinson , in cui recitano accanto a Hoffman Tom Cruise e Valeria Golino.

Nel film Charlie Babbit (Tom Cruise), un giovane commerciante di macchine di lusso, pieno di debiti a causa di speculazioni che non hanno dato buoni frutti, alla morte del padre scopre di avere un fratello più grande affetto da autismo, Raymond (Dustin Hoffman). Ha ricordi vaghi di qualcuno che viveva in famiglia quando lui era bambino e gli recitava delle strane flastrocche: ora comprende che non era, come credeva da piccolo, Rain Man, un immaginario uomo della pioggia, ma il fratello più grande di venti anni. 

Dopo aver saputo che il padre ha destinato la sua eredità all'istituto per la rieducazione per handicappati in cui vive Raymond, Charlie, arrabbiato, decide di rapirlo e condurlo con sé, sperando di poterne diventar tutore e ottenere dunque per sé l'ingente patrimonio. 

Conoscendolo, Charlie capisce che il fratello ci sa davvero fare con i numeri e pensa di portarlo in un casinò perché lo aiuti, con i conteggi delle carte, a vincere a blackjack. Alla fine Charlie, dopo l'iniziale diffidenza, si affeziona a questo fratello tutto tic, frasi ripetitive e gesti meccanici che all'apparenza (ma solo all'apparenza) non ha emozioni. Così rinuncia a qualsiasi pretesa sull'eredità e consente a Raymond di tornare in clinica.

Del 1986 è un altro film sul blackjack, “Heat”, con protagonista Burt Reynolds, in cui il gioco d'azzardo si mescola all'azione. Nick Escalante (Reynolds) è un reduce dal Vietnam, che vive bevendo e giocando nei casinò di Las Vegas - mentre sogna Venezia - e mettendo a frutto le sue abilità nelle arti marziali: così si improvvisa stuntman, guardaspalle, maestro di arti marziali, vendicatore, ma sempre senza usare la pistola.

Dopo aver insegnato la difesa-aggressione al giovane milionario Cyrus Kinnick, che gli si affeziona, e aver vendicata Cassie, un'amica sadicamente seviziata da Danny De Marco, figlio di un potente boss della criminalità locale, Nick perde per l'ennesima volta tutto quello che possiede a blackjack. 

Senza soldi, pieno di rabbia e sete di vendetta, rifiuta l'aiuto in denaro di Cyrus per poter fuggire e affronta la gang di De Marco che ha cominciato a braccarlo. Nella lotta perde Cyrus, ma uccide tutti i componenti della banda e alla fine riesce a coronare il suo sogno di andare a Venezia, dove vivrà indisturbato.

Squattrinato, carico di malinconia e di livore e braccato dalla gang di De Marco, rifiuta l'aiuto di Cyrus che gli offre denaro per la fuga e affronta risoluto la gang. Nello scontro perde l'amico, ma riesce a sterminare i componenti della banda, per recarsi infine indisturbato a godere Venezia.