I dadi, gioco antichissimo, hanno ispirato molti registi cinematografici, che hanno voluto celebrarli nelle loro creazioni. Già in “Guys and Dolls” del 1955, in cui recitano i mostri sacri Marlon Brando e Frank Sinatra, fanno la loro comparsa e proprio durante una partita a Craps, inspiegabilmente, Brando intona “Luck be a lady”, una canzone del grande Sinatra.

Come altri giochi d'azzardo, il Craps compare in uno dei celebri episodi della serie di film dedicata a James Bond: “Diamonds are forever”, datato 1971, in cui l'agente segreto più famoso del mondo si cimenta anche con i dadi, insieme alla bellissima Lana Wood, al tavolo di un casinò.

Pellicola classica sul gioco del Craps è oramai “The Big Town” (“Braccio vincente”), del 1987,  con Matt Dillon, Diane Lane e Tommy Lee Jones. Un ragazzo di provincia, molto bravo a giocare a dadi, va a Chicago con l'intenzione di vincere un bel gruzzolo e belle donne, ma all'inizio non ne ricaverà che d'esser trascinato in un giro losco di bari e omicidi. Riuscirà però ad uscirne, a conquistare una brava ragazza ed anche una reputazione di giocatore eccelso e onesto.

Altro film, di dubbio valore come pellicola, ma incentrato sul gioco dei dadi, è “Harlem Nights” (1989), ideato da Eddie Murphy - che qui esordisce alla regia ed è anche produttore, sceneggiatore e interprete - con Danny Aiello. La storia vede il padrone di una bisca decidere di tenere con sé un bimbo di 7 anni, che ha ucciso un giocatore violento. Vent'anni più tardi i due, divenuti soci nella casa da gioco, dovranno difendersi dai gangsters. Bella la scenografia e la colonna sonora, ma privo di sostanza e zeppo di volgarità.

La crema dei film sull'azzardo in cui ha un suo ruolo anche il Craps è però certamente “Casinò”, film del 1995 di Martin Scorsese, con Robert De Niro, Sharon Stone, Joe Pesci e James Woods. Gemiale mix di melodramma e cinema gangsteristico, è la storia di un giocatore e pregiudicato che viene messo a capo di una casa da gioco di Las Vegas da una potente famiglia mafiosa. 

Cerca così di diventare un uomo d'affari ricco e rispettabile, ma nel suo intento è ostacolato dalla moglie, avida e traditrice, e da un amico malavitoso. In pratica vi si narra di tre individui che per orgoglio, fame di denaro e arroganza perdono tutto, trascinando con sé un impero. Forse in questo film c'è la più famosa scena sul Craps che si ricordi, in cui un'affascinante Sharon Stone cerca di far invaghire Robert De Niro.

“The Cooler” (2003) - con William H. Macy, Alec Baldwin e Maria Bello - è invece la storia di Bernie Lootz, un giocatore dalla iella contagiosa (“the cooler” infatti è un giocatore la cui presenza ai tavoli da gioco porta sfortuna). 

Proprio per il suo portar sfortuna, viene sfruttato dalla mafia e rimane invischiato in losche operazioni nel gioco d'azzardo a Las Vegas. Ma intanto si è innamorato di una bella cameriera che inizia anche a portargli fortuna e perciò cerca di svincolarsi da questi traffici, ostacolato dal direttore del casinò, che vorrebbe continuare a utilizzarne le “doti” di iettatore.

Non dimentichiamo uno dei più recenti film sull'azzardo, peraltro di grande successo: “Ocean’s 13” (2007), di Steven Soderbergh, con George Clooney, Brad Pitt, Matt damon e Al Pacino. Seguito dell'altrettanto famoso “Ocean 12”, vede in scena gli stessi protagonisti, una squadra di bari. 

Questa volta però, dopo il tradimento di uno di loro, Willie Banks (Al Pacino), che ha causato un infarto a un altro componente Reuben Tishkoff (Elliott Gould), tornano in campo capeggiati da Danny Ocean (George Clooney), con in più un ex nemico passato dalla loro parte Terry Benedict (Andy Garcia), per vendicarsi e difendere l'amicizia, non per far soldi. 

Uniti contro Willie Banks, che vuole aprire un nuovo casinò a Las Vegas sotto il suo controllo assoluto, cercano di sbancare la casa da gioco e nel farlo danno vita a un film molto godibile,  perché il regista non si risparmia citazioni da altri film (come quella, da “La Pantera Rosa”, del personaggio sempre vessato), perché traspare quanto gli attori si divertano tra loro nell'intrattenere il pubblico e anche perché la sceneggiatura è stata scritta da due esperti dell'azzardo (Brian Koppelman e David Lieven, quelli che hanno scritto “Rounders”).